venerdì 24 luglio 2009

L'ira della Prestigiacomo

L'Italia si è svegliata questa mattina con l'ira della Prestigiacomo.
La bella siciliana si dice allibita e amareggiata perchè si è sentita esautorata delle sue competenze di Ministro dell'Ambiente da alcuni suoi colleghi, i quali hanno tramato alle sue spalle e in sua assenza per prenderle di mano la questione del nucleare.
Mancanza di fiducia? sgambetto politico? interessi?
Forse di tutto un po'. Ma ci spiace per lei che si dimostra disattenta. Era chiaro che sarebbe andata a finire così.
Dal primo giorno. Da quel giorno in cui, appena insediato il nuovo governo, il gran capo Silvio si sbottonò in complimenti affettuosi rivolti alle sue Ministre, tutte giovani, tutte carine. E soprattutto sotto tutela.
Nessuno si ricorda come le chiamò?
Le chiamò "bambine": da "svezzare" e "proteggere".
Soprattutto da educare, indirizzare, amministrare e se necessario mettere da parte mediante commissari scelti ad hoc.
Finchè c'è da fare le inaugurazioni e i discorsi le bimbe vanno bene, e fanno anche fare bella figura.
Ma quando si va sui giochi duri, allora i maschi tornano all'attacco e la Realpolitik si vede costretta a sacrificare l'estetica.
Evidentemente però la tutela non dispiace alla bionda siracusana. Perchè è vero che si dice arrabbiata, indignata e via apostrofando. Ma per risolvere il problema non vede che una soluzione: rivolgersi al tutore, l'unico in grado di superare i dispetti dei rivali capricciosi, l'unico capace di guidare la vociante scolaresca.
E dopotutto lo diceva già Nietzsche: "Chi sa comandare trova sempre coloro che devono obbedire".
Costanza Alpina

2 commenti:

  1. Eh sì, dici bene. Le donne di questo governo sono il chiaro emblema della politica berlusconiana: tutta apparenza. Condita da una dose enorme di maschilismo atavico.

    Buon week-end!

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  2. Ciao Federico,
    ti ricambio con piacere il saluto di benvenuto sul mio blog!
    A proposito del maschilismo e dell'uso "decorativo" delle donne: ciò che accade ai piani alti della politica sembra essere nient'altro che la proiezione di ciò che s verifica nella società sottostante; almeno a giudicare dall'indifferenza collettiva e dalla rassegnazione con cui si assiste ai vari spettacoli dell'indecenza...
    E questo è l'aspetto più triste.
    A presto
    Costanza Alpina

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