martedì 23 novembre 2010

Un clic su Amazon!


Caro amici,
oggi è, tutto sommato, un bel giorno:
Amazon, il gigante americano della vendita on-line e della spedizione globale, apre finalmente le porte all'Italia ... 

E quindi, vi chiederete voi?

E quindi: il nostro libretto Niente di personale contro Mara Carfagna. Brevi considerazioni su una soubrette diventata Ministro è da oggi più vicino, più raggiungibile, più a portata di clic!

E' infatti da subito disponibile su Amazon cliccando qui 
(non fatevi ingannare dalla info: Non attualmente disponibile. E' disponibilissimo, ma essendo un editore piccolo i tempi di consegna saranno un po' più lunghi...).

Se volete accorciarli potete rivolgervi direttamente all'editore Discanti 

Insomma, Natale si avvicina, la questione è quanto mai attuale (viste le liti in corso), e ora per giunta ... basta davvero un clic!
Costanza Alpina

sabato 20 novembre 2010

La "sceneggiata" Carfagna

Sono questi i giorni, le ore in cui si sta consumando la "sceneggiata Carfagna".


Al momento pare confermato: la ministra voterà la fiducia al suo governo a metà dicembre e poi girerà i tacchi per andarsene. Dal ministero, dal Parlamento e dal partito.
I motivi, dice, sono tanti: si è sentita lasciata sola, vede intorno a lei troppi nemici e troppi attacchi meschini e volgari, non si riconosce più nel suo partito, e nemmeno Berlusconi pare ormai difenderla. In effetti interpellato a Lisbona dai giornalisti, ammette che la cosa non lo fa troppo penare, e chiude con un gelido "con la signora Carfagna finiamola qui".
E dunque signora Carfagna, come la mettiamo?


Devo dire che tante cose non mi tornano. Agli attacchi volgari e meschini la bella Mara dovrebbe già essere abituata. Proprio lei è stata in un passato non troppo remoto una delle più bersagliate e la sua intera avventura politica è stata costellata da battute, sospetti e insinuazioni.
Ha sempre reagito con il dire: vado avanti. 
Come mai adesso è diverso? Adesso che, poi, gli attacchi non sono nemmeno personali, e quindi, forse, più subdoli e dolorosi, ma "solo" politici. E dico "solo" non in senso riduttivo, ma circoscrivente. Perché ora gli attacchi riguardano la sfera professionale dell'interessata, il suo lavoro, la politica appunto. Semplicemente ci sono altri del suo partito e del suo territorio che la pensano diversamente su certe questioni (rifiuti, alleanze, candidati, tutto praticamente). Non entro nel merito per dire chi ha ragione. Constato solo che c'è una contrapposizione di visioni, sensibilità, strategie, forse interessi. E che cos'è questo se non pura politica?

In tutti questi anni di pubblica visibilità la ministra aveva ripetuto più e più volte che la politica è la grande passione della sua vita (che Berlusconi le ha fatto scoprire). Al contempo appena un mese fa, in un'intervista a La7, aveva  riconosciuto che la politica, per lei, non è totalizzante, è importante ma non a tal punto da occupare tutti gli ambiti dell'esistenza e del proprio essere.
E dunque, cos'è cambiato ora?
Dichiarazioni sgradite, un paio di sgambetti da colleghi (e colleghe, leggi Alessandra Mussolini) di partito, qualche -no- da ingoiare e un premier troppo circondato da problemi e grattacapi da poterla difendere: basta tutto questo per incrinare la grande passione, per causare una arrabbiatura tale da diventare assolutizzante e far perdere la nota moderazione? Basta tutto questo per farle lasciare tutto?


La cose sono fluide, e possono ancora esserci colpi di scena. E' presto anche per fare bilanci.
Mi limito solo a due osservazioni a freddo. La prima è che, se davvero la Carfagna porterà a termine il suo intento, non mi stupirei se dal giorno dopo diventasse l'eroina della sinistra, un simbolo di moralità politica sostenuto dagli stessi che l'avevano demonizzata, la paladina della buone coscienze e della serietà intellettuale, un modello di purezza che tanto piace ai sognatori d'opposizione. Sarebbe il peggiore dei trasformismi, non tanto per lei, che saprebbe certamente destreggiarsi, ma per ciò che rimane di un'opposizione allo sbando.

La seconda considerazione è una constatazione. In pochi avremmo immaginato che uno dei più fedeli, coccolati e avvantaggiati "soldati" del PdL berlusconiano avrebbe dato le dimissioni così di fretta. Ma a ben vedere non c'è da stupirsi troppo. E' solo l'ultima, mediaticamente eclatante conferma che Mara Carfagna non è un politico. Certo, è stata eletta, le sono state attribuite responsabilità di alto livello, ha preso molte preferenze nelle ultime elezioni regionali, ci rappresenta all'ONU e siede al tavolo dei bottoni del Paese.
Ma non è un politico.
Perché lei la politica l'ha conosciuta solo dall'alto, con un protettore potente, anzi onnipotente all'interno del suo partito, che l'ha scelta, voluta, posizionata; con consiglieri avveduti (Bocchino in primis) che le hanno aperto le strade e pianificato le strategie; con il luccicchio di un'autorità che le è stata regalata dall'oggi al domani, senza un perché.


La politica, Mara Carfagna, fin'ora l'ha conosciuta nel suo lato più appetibile: fatto di visibilità, rituali, etichette, potere.


Un potere tutto suo, in cui lei era la pupilla del capo e gli altri degli altri qualsiasi, lei era il Ministro e gli altri degli interlocutori, dei sottoposti, dei normali eletti o elettori, lei era quella che decideva e gli altri quelli che seguivano o si adattavano.


Forse questa è stata la prima, vera questione politica che è stata chiamata ad affrontare. Con nemici veri e tosti, su questioni di grande rilievo in cui si toccano interessi grossi (i rifiuti in Campania, avete presente?).


E lei cosa fa? Si dimette perché le sue richieste non sono state accolte.
Noi glielo avevamo già garbatamente suggerito nel nostro libretto quanto mai attuale: questa è la politica, bellezza.
Ora ci permettiamo ricordarglielo con una sfumatura diversa, perché nel frattempo anche noi, un pochino, a Mara ci siamo affezionati: benvenuta, bellezza, nel mondo fuori dal set.
Costanza Alpina

lunedì 18 ottobre 2010

Niente di personale? No, niente.

E' proprio così. La matematica è un'opinione. E il buon senso anche. 
Forse sarebbe stato troppo elementare, vista l'assonanza dei titoli. O troppo giornalisticamente riuscito.


E la cosa più anomala è che perfino alcuni dei temi sono stati sfiorati: i "malumori", così li chiama la Ministra, suscitati dalla sua nomina, anzi dalle sue "nomine" (prima parlamentare, ammette, poi ministeriale); l'esempio che ne consegue per le giovani generazioni, i dubbi sulla selezione della classe dirigente, il ruolo delle donne nei media e in politica. 
Lo spunto per porre alla Ministra qualche riflessione è stato fornito da una citazione del giornalista d'assalto Filippo Facci, che il conduttore Piroso ha chiarificato con un esempio che sembrava tratto dal nostro libro (pp. 46-47).


Materiale, insomma, ce n'era in abbondanza per una citazione, un richiamo, una slide. Eppure niente. 
Non che sia una sorpresa. Le nostre piccole dimensioni non consentono di essere utili a nessuno, se non al buon senso.
La sorpresa è che questa volta sembra si sia trattato più un limite del giornalista e della sua redazione, che della Ministra. La quale sollecitata su certi temi, che erano molto affini, appunto, a quelli del libro, la bella Mara sorridente nonostante l'acne, ci ha dato ragione! Ha detto di aver condiviso i "malumori", i sospetti, le critiche dei suoi inizi politici. E che anche lei si è interrogata (questa è una sorpresa, un vero scoop!).


Poi certo, ha dato la sua versione dei fatti e del seguito di quei fatti, una versione, manco a dirlo, politically (e berluscony) correct.


Però, pur senza saperlo (o sapendolo benissimo?!) ha ... "sdoganato" il nostro libro e i perché che lo hanno fatto nascere.
Ci sorge il dubbio che forse il Piroso no, ma Mara sì: abbia letto. E apprezzato.
Non che ne avessimo bisogno, ma certo è una ragione in più per convincersi dell'opportunità di averlo scritto, quel piccolo libro, e della validità delle considerazioni lì contenute. Nonostante le versione di Mara, e nonostante l'omertà, o semplicemente la disattenzione, dei giornalisti.
Costanza Alpina

domenica 17 ottobre 2010

Niente di personale ...


Profetico.
Stasera alle 21.30 andrà in onda su La7 una puntata del programma del giornalista Antonello Piroso: approfondimenti, stacchi musicali, scenette video e interviste. 
Il programma si intitola, guarda un po', "Niente di personale".
E chi sarà l'ospite di stasera? Ma pensa, il ministro Carfagna. 
Se due più due fa quattro, sarebbe quantomeno naturale che nel corso dell'intervista venisse fatta una citazione o un riferimento al libro, unico nel suo genere, che ha come protagonista proprio il ministro Carfagna, e il cui titolo suona quantomeno profetico, almeno per la trasmissione di Piroso: "Niente di personale contro Mara Carfagna".
Sarebbe una (semi)novità nel panorama giornalistico e televisivo nostrano, sempre molto attento a non urtare certi equilibri "suggeriti" dall'alto, e sarebbe anche un atto di coraggio del giornalista e della testata, che si proclama a tamburo battente indipendente.
Dopo l'offensiva campagna scatenatasi intorno alla sua nomina ministeriale, nessuno infatti ha più osato parlare. Tutto è stato archiviato e dimenticato. Intorno alla Ministra una cortina di silenzio, o di elogio, e basta. Benché molte domande e spunti di riflessione restino aperti. Quegli stessi spunti che il libro suggerisce.


Staremo a vedere.
Consapevoli che nel rapporto media-politica anche la matematica, spesso, E' un'opinione. Soprattutto in Italia, di questi tempi. Soprattutto quando la protagonista è lei, la nostra bella Mara, pupilla -- è il caso di dire -- dei "poteri forti".
Costanza Alpina 

mercoledì 6 ottobre 2010

Cucina paesana

Certo, adesso che la Polverini ha imboccato Bossi e leghisti vari con i rigatoni inzuppati di sugo fumante, siamo tutti più tranquilli sulla tenuta del nostro governo, sulla coesione sociale e regionale dell'Italia, sulla serietà della nostra classe dirigente e la loro buona volontà di fare il bene dell'Italia, cioè il nostro.


L'esibizione gastronomica di oggi esprime forse in modo casereccio e paesano il senso dell'attività politica oggi: ci stanno cucinando ben bene... 
Costanza Alpina

lunedì 4 ottobre 2010

Università che sorpresa!

Angelo Panebianco firma un editoriale sul Corriere di oggi in cui rimprovera al governo la brutta figura che sta facendo di fronte al Paese spostando il calendario di discussione della Riforma Gelmini per l'Università, correndo così il rischio di rimandarla alle calende greche e di fatto affossarla. Sarebbe un tradimento di fiducia, commenta il giornalista, verso i rettori e i professori che aspettano con interesse la riforma, e anche verso il mondo produttivo e imprenditoriale, che aspetta laureati migliori e più qualificati di quelli attuali. Soprattutto sarebbe un segnale di pessima politica, perché significherebbe che la classe politica e di governo si disinteressa dei problemi veri del futuro del paese (di cui scuola, formazione, ricerca e università sono gli ingredienti essenziali) e pensa solo ai litigi, ai dissidi personali, alla conta dei numeri, alla beghe di partito. 
Ora, ammirevole che ci si lamenti, che si richiami il governo alle sue responsabilità. 
Ma evitiamo per favore quel tono mansueto e scandalizzato, come se fosse una sorpresa inaspettata che all'università non viene data la priorità che merita.
Forse che il dottor Panebianco non ha ascoltato l'intervento milanese di Berlusconi?
Di Università e ricerca c'era ben poco, era tutto incentrato su giustizia e magistrati. L'unico tema che davvero gli sta a cuore e per il quale è disposto a tutto: polemizzare, insultare, offendere, cercare il dissidio invece della riconciliazione, creare l'emergenza al fine di mettersi al riparo. E infine ritardare ancora di più il cammino di modernizzazione di questo Paese sempre più provinciale e sfiduciato.
Costanza Alpina 



martedì 10 agosto 2010

La profezia di Nietzsche










Arcore
In questi giorni di studio matto e disperatissimo, toh, guarda che frase mi capita:

"I popoli vengono ingannati tanto perché cercano un ingannatore, cioè un vino eccitante per i loro sensi. Basta che possano aver quello, e si accontentano del pane cattivo. L'ebbrezza è per loro qualcosa di più del nutrimento -- ecco l'esca a cui morderanno sempre. Che cosa sono per essi gli uomini scelti nel loro ambiente -- fossero pure gli specialisti più esperti -- a confronto di smaglianti conquistatori o di vecchie e sfarzose dimore principesche! Il demagogo, se non altro deve far balenare innanzi a loro conquiste e magnificenza: è così che forse trova credito. Essi ubbidiscono sempre e fanno ancora più che obbedire, ammesso che possano inebriarsene".


Villa Certosa - Piscina
Effettivamente in Italia è da un po’ che sentiamo parlare di “smaglianti conquistatori” e “dimore principesche”…

Villa San Martino
Costanza Alpina 

mercoledì 4 agosto 2010

La dolcezza di Nona's



Herzogstrasse 78, München.
Dalla strada quasi non si vede, si entra quasi per caso, e si trova un mondo fatato, fatto di fiori e bonbons colorati, zucchero e burro (in abbondanza), frutti e glasse. Sembra di essere tornati a quando le dame in guanti e capello si trovavano per conversare mentre le rispettive governanti spolveravano. Non perché sia un posto chic o snob: semplicemente sembrano due stanzette fuori dal tempo!

E per chi come me non andrà in vacanza, può essere un rifugio prezioso, un regalo inaspettato, una deliziosa sorpresa. 


In queste ore così convulse (politicamente parlando, in Italia), in questi tempi di traffico intenso e bollini rossi (turisticamente parlando), in questi giorni di stress e fatica (lavorativamente parlando), l'augurio è di sapersi fermare a riflettere per gustare le cose che valgono, le occasioni che fanno contenti, gli incontri che donano il sorriso.

Peccato che tutto non è così facile come il lasciarsi catturare dalle delizie di Nona's ..!
Costanza Alpina

giovedì 29 luglio 2010

orgoglio e crisalide


In queste ore in cui si sta consumando la spaccatura tra Fini e Berlusconi, e forse del loro comune partito, mi vengono spesso in mente le parole pronunciate da Berlusconi al termine del discorso tenuto da Fini al congresso di fondazione del PdL, nel marzo 2009. Abbracciandolo il Cavaliere aveva detto: "Gianfranco, io sono orgoglioso".


Un discorso impegnativo, quello, in cui però, a ben vedere, c'era già tutto. C'era la volontà di Fini di riconoscersi nel nuovo progetto politico, ma anche l'intenzione di svolgere una funzione critica. Per farlo crescere, per alimentare il dibattito e lo scambio di idee, per evitare che diventasse un partito monovoce. La sua era l'immagine della crisalide che va fatta crescere e maturare. 
In questo anno Fini non ha fatto che mantenere la promessa. Non sono sicura che i tempi e i modi scelti per esprimere il suo dissenso siano sempre stati giusti. L'intento e lo spirito, però, credo di sì.
E qual è stata la reazione? Dall'orgoglioso Berlusconi è passato all'infastidito, allo spazientito, al platealmente infuriato. Perché non ama essere contraddetto. Perché è abituato ad avere sempre ragione. Perché si considera il vero padre fondatore del suo partito. Perché non è un politico. Perché chi è abituato a comandare a parole apprezza la critica ma non le parole di critica rivolte contro il proprio operato. 
"Ora è tardi", dice, e vuole andare avanti per la sua strada.
Ma Gianfranco, che l'ha accompagnato nel cammino di questi anni, non doveva saperlo? Silvio è orgoglioso, appunto, e il suo orgoglio viene prima di tutto.
Soprattutto perché per onorare la promessa fatta 16 anni fa di riformare finalmente l'Italia, bisogna liberarsi degli impicci che "non lo lasciano governare". 
La crisalide può aspettare. Le riforme anche. L'orgoglio, quello no.
Costanza Alpina

giovedì 22 luglio 2010

Venditrice di fumo

E' andata a raccontare a mezzo mondo che grazie a lei e alle sue leggi gli stupratori e i sospetti tali andranno diritti in carcere, senza attenutanti e temporeggiamenti, senza "se" e senza "ma"... Poi è arrivata la Consulta e ha sentenziato che non è possibile decidere il carcere a tavolino per i sospettati: perché uno ha la tutela del dubbio finché non è riconosciuto colpevole in via definitiva; perché un reato sessuale, per quanto odioso, non è un reato di mafia; perché al giudice deve essere riconosciuta la facoltà di individuare, di volta in volta e a seconda dei casi individuali, misure alternative; perché una cosa è la misura cautelare e altra cosa è la pena ...
Insomma, Mara Carfagna è stata fregata e i suoi provvedimenti hanno ricevuto un duro colpo.
Poi certo, la discussione e revisione dei regolamenti fa parte della dialettica democratica, e anche le ragioni della Consulta, se necessario, vanno fatte rientrare in questa dialettica. Però a ben vedere la Consulta si appella a quei principi che la maggioranza di cui la Carfagna si onora di far parte difende come prioritari in altri ambiti e in altri contesti. Il caso intercettazioni ad esempio, dove si afferma il diritto alla privacy come assoluto (meno assoluta è la libertà di stampa, Berlusconi dixit), o in merito al rapporto con stampa e magistratura. L'antifona è sempre la stessa: occorre salvaguardare i diritti degli indagati, sospettati e via dicendo fino al giudizio definitivo. 
Un criminale sessuale è schifoso. Ma in uno stato di diritto deve avere anche lui le sue garanzie. La Ministra dovrebbe saperlo, e prima di fare proclami  dovrebbe accertarsi che le sue leggi siano davvero applicabili, o almeno avviare gli iter necessari perché lo diventino.
Altrimenti è anche lei una venditrice di fumo e false promesse a chi a già subito un torto irreparabile.
Costanza Alpina

venerdì 16 luglio 2010

Gli odori del treno estivo

L'offerta è interessante, non si può rifiutare.
Quindi si viaggia con il treno notte. 
Luglio 2010. Tratto Bologna-Monaco di Baviera.
Tutto qui niente di speciale. Un normale viaggio sulle rotaie dell'Europa.
Solo che il treno delle Ferrovie dello Stato è stato preso d'assalto dai giapponesi. Ce n'è un vagone pieno, e tutti parlano la stessa lingua incomprensibile, ti guardano con le stesse facce tra l'ironico e l'imbambolato. E vabbé. 
Arrivo al mio scompartimento ed è pieno, naturalmente, di giapponesi dai capelli scuri e occhiali spessi. Tranne un posto, quello dirimpetto al mio.
Il vecchietto che lo occupa (scopro poi che arriva da Reggio Calabria, e viaggia 24 ore di filato) è addormentato e per star più comodo ha adagiato, pover'uomo, le sue calze color caffellatte sul mio sedile. Sono costretta a svegliarlo, lui ritira i piedi. Rimane solo l'odore.
Poi il viaggio, con 25 minuti di ritardo, ha inizio.
I sedili ti avvolgono con il loro rivestimento peloso. Le gambe non si possono stendere perché incontrano le ginocchia del vicino.
Gli odori si confondono: il sudore dell'estate, le calze del vecchietto, gli infradito dei giapponesi. 
L'aria condizionata manca, quindi si deve tenere il finestrino giù. Il rumore di ferraglia delle rotaie penetra con prepotenza nello scompartimento, e con esso l'odore di letame della campagna. 
Il viaggio è ancora lungo. Bisogna aspettare di arrivare sulle Alpi per trovare un po' di pace e un po' di aria fresca.
Ma gli odori in gran parte restano.
Ogni tanto mi sveglio dall'assopimento temporaneo in cui sono cascata, e nella penombra della luna mi chiedo: ma è un treno europeo del 2010 o un carro per il trasposto merci e bestiame degli anni Cinquanta?
Costanza Alpina

martedì 6 luglio 2010

versatilità

Non c'è dubbio che rispetto alle presunte ballerine brasiliane che hanno allietato la festa del Premier, lei non si nota, o quasi. E se si nota, non sfigura. Carina, bionda, composta. Le foto che hanno fatto il giro del mondo la ritraggono in un castigato completino bianco, e dal sorriso un po' tirato si capisce anche una leggera emozione. Giustificata. Essere al seguito del premier a un consesso internazionale con i grandi del mondo....

Lei, attiva nei comitati elettorali della Polverini, aveva chiesto a lui di fare un'esperienza internazionale. Voilà, subito accontentata. Perché ha i titoli, spiega. E di fronte al clamore mediatico della sua comparsa, lei dignitosamente ma con un velo di irritazione, fa notare che altro che velina! Lei parla tre lingue.
Ma che strana coincidenza. La Carfagna, che ha fatto scuola, spesso, quando le si ricordava il passato, faceva notare che altro che soubrette! Lei sa suonare il pianoforte. Quando si dice, la versatilità...
Costanza Alpina

mercoledì 23 giugno 2010

Liberamente confusi

Vi siete accorti di qualcosa? Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che è nata Liberamente, una fondazione interna al PDL che ha lo scopo di promuovere il dibattito e il confronto sulle idee all'interno del partito e di avvicinare i giovani alla politica. "Non è una corrente", tendono a precisare i fondatori, i Ministri Gelmini, Bondi e Frattini, "ma l'occasione per dimostrare che l'egemonia culturale non appartiene alla sinistra". Soprattutto è l'occasione per riconfermare la lealtà alla leadership indiscussa di Berlusconi. Da parte dei soliti non-sospetti. Quelli che ad esempio, a margine del convegno, sottolineano che la legge sulle intercettazioni, è una priorità irrinunciabile (Frattini, Cicchitto ...).  
E pensare che a leggere le dichiarazioni di Bondi e di, tanto per fare un nome, Italo Bocchino, sulla neonata realtà, sembra che si stia parlando di due cose diverse. 
Soprattutto, al di là delle dichiarazioni, c'è tanto il sentore che i "pretoriani" berlusconiani sentano il bisogno di contrapporre una piattaforma di idee, o pseudo tali, ai laboratori di pensiero nati in area finiana, come Generazione Italia e FareFuturo. Non magari per discutere e interrogarsi (sotto l'ipoteca del lealismo al capo supremo è un po' difficile...), ma almeno per affermare "ci siamo anche noi".
La parole di mobilitazione è ancora una volta "libertà!", qualunque cosa voglia dire. Soprattutto una libertà senza vincoli. Nemmeno di copyright. Se si digita Liberamente su un motore di ricerca non compare ancora nemmeno un sito internet della fondazione, nemmeno in costruzione. Come fare dunque ad informarsi? siamo sicuri che sia aperta a tutti, o è l'ennesima camarilla dei vertici?
Sulla rete non mancano invece tante altre associazioni, fiere, rassegne, che portano lo stesso nome, magari solo, ma nemmeno sempre, con una leggera variazione ortografica.
Come può essere sfuggito ai guru della comunicazione mediatica?
Magari non è sfuggito affatto. E' la libertà che genera licenze artistiche, e le troppe licenze generano confusione. Ma talvolta anche la confusione può rivelarsi un'ottima arma di controllo politico...
Costanza Alpina  
 

martedì 18 maggio 2010

Galateo

Di diplomazia non mi intendo, ma capisco comunque che qualcosa suona strano se un ministro delle Pari Opportunità viene costantemente mandata a ricevere leader mondiali e Capi di Stato in arrivo in Italia. E' successo già varie volte, in ultimo oggi con il presidente egiziano Mubarak. 
Non dovrebbero queste essere le funzioni del Ministro degli Esteri, mi chiedo, il cui ruolo lo chiama a gestire i rapporti tra il nostro Paese e tutto ciò che accade fuori dai patri confini? 
L'eccezione avrà tanti motivi. Un Frattini troppo impegnato, una Carfagna così brava da prepararla anche altri ruoli (non si sa mai... dopotutto, ha dimostrato, impara tutto in fretta). Ma magari avrà anche un ruolo il fatto che è così bella, e che il suo sorriso ammalia. Sarà anche questa una pensata non casuale per trasmettere subito all'illustre ospite un messaggio mirato: "Ben arrivato in Italia, dove ci sono le donne più belle del mondo. Sentiti a tuo agio". La mossa fa parte di un'unica strategia: sorprendere, derogare dalle regole, spiazzare. E pazienza per il galateo istituzionale. L'immagine vale di più, e chi ne conosce a fondo gli effetti, è sicuro che anche gli illustri ospiti apprezzeranno.
Costanza Alpina 

lunedì 17 maggio 2010

Gag

Durante una partita dell'Europa League disputata in Germania un cronista sportivo spagnolo prende in giro un senzatetto tedesco di Amburgo, coinvolgendo nella scena i tifosi che lo attorniano. Il motivo? Duplice: far ridere e insieme dimostrare come si è solidali e generosi nel mondo del pallone. Il risultato? Riuscitissimo: i commentatori in diretta dallo studio ridono di gusto, mandando nel pallone il buon gusto e il senso del rispetto. 
Proporrei al reporter simpaticone e ai suoi colleghi di invertire le parti, almeno per qualche ora. Solo per sperimentare se la sua gag è davvero così innocente come loro, e solo loro, se la sono gustata.
Costanza Alpina

giovedì 1 aprile 2010

I nuovi crociati senza croce

Chi ha detto che erano arrivati i Lanzichenecchi si era sbagliato. E' il tempo dei nuovi crociati. 
Non più con le giubbe bianche e una croce d'oro o rossa cucita sul petto. Ora i loro colori sono il verde e l'azzurro. Ma la loro furia non è minore a chi si sente in possesso della vera verità.


Non hanno ancora fatto in tempo a sedersi sulla poltrona appena conquistata che i nuovi governatori si sono affrettati a saldare il conto con Santa Madre Chiesa. Hanno iniziato i leghisti Cota e Zaia, seguiti a ruota da Polverini e Caldoro: faranno di tutto per impedire l'utilizzo della pillola RU486, chiamata anche pillola abortiva perché consente l'aborto senza intervento chirurgico. I loro predecessori erano favorevoli? non sono stati riconfermati, e quindi si cambia strada. Il farmaco è utilizzato in mezzo mondo e ha ottenuto il parere favorevole dell'Agenzia nazionale del farmaco? Chissenefrega, è la nuova formula del federalismo leghista. E' iniziata la riscossa popolare, si inauguri l'era dell'autodeterminazione delle regioni. Loro sono per la vita a ogni costo. A costo anche di renderla un inferno agli altri. 
La filiera ideologica del potere è venuta alla luce proprio oggi, tutta d'un colpo. Hanno iniziato i governatori, i vescovi hanno espresso il loro plauso, Gasparri ha messo a tacere il presidente dell'Aifa (che ricordava l'obbligo di erogare la pillola) accusandolo di inadeguatezza e scarsa professionalità e minacciando la sua cacciata, il Papa nell'omelia del giovedì santo ha taciuto sull'abominio della pedofilia delle tonache ma non ha dimenticato di ribadire la contrarietà all'aborto. E non solo: ha invitato i cattolici a "disobbedire alle leggi" che arrecano ingiustizia e uccidono bambini innocenti.
Sì, perché la coscienza del cattolico è così infallibile che si arroga il diritto di sovrapporsi non solo alla coscienza altrui, ma anche alla legge dello Stato. 
Il capo del più gerarchico degli ordini sparge semi di anarchia a piene mani e legittima l'arbitrio indottrinato di chiunque si senta in possesso delle "pillole" di giustizia. E quali sono i risultati lo si vede subito, dal caso ad esempio della farmacia del centro di Roma che si rifiuta di vendere preservativi in nome dei valori cattolici.
L'appello alla coscienza legittima ciascuno a farsi legge e giustizia da sé. E così, in nome della "vita", si manda a morte lo Stato di diritto.
I disobbedienti, gli obiettori si considerano i nuovi martiri e ora, grazie ai nuovi governatori, faranno la voce sempre più grossa. Ma come sempre accade, ogni fanatismo teocratico ha la memoria corta perché dimentica che i testimoni credibili di un messaggio, più o meno trascendente, sono coloro che pagano di persona sottoponendosi a un sacrificio, una rinuncia, una condanna.
I nuovi crociati invece non portano alcuna croce: dicono solo no. Poi vanno a lavarsi le mani nell'acquasantiera, lasciando dietro di sé una scia di incomprensioni, rabbia e dolori.
Costanza Alpina   

L'Agnese a-mara

Maria Luisa Agnese è abituata a scrivere di novelle gossipare. Forse era meglio che continuasse lì invece che coltivare velleità di analista politico infarcendo le sue storie di banalità e luoghi comuni. Il suo odierno articolo sulla terza vita di Mara Carfagna, da soubrette a più votata d'Italia, è uno di quei casi. Mara, dice l'Agnese, ha riportato un grande successo personale in Campania perché ci ha messo del suo, si è data da fare, ha adottato uno stile e un taglio consoni al ruolo, si è messa a studiare, non si è fatta scoraggiare né intimidire, ha resistito. Insomma se lo merita tutto quel consenso, e anche noi dovremo quasi quasi ringraziarla per aver ribaltato certi canoni estetici e prenderla a modello di tenacia femminile, gongola l'articolista.
La quale si sente informata perché ci informa che Mara si è rivolta per il suo look al parrucchiere delle divette e crede di dimostrarsi colta perché usa paroloni da manuale filosofico. Si dimentica però di far notare quello che davvero c'è dietro la "fenomenologia di Mara Carfagna": il senso del pubblico e il fiuto per il potere mediatico. Il tutto ovviamente targato Berlusconi, che ha trovato non a caso in Mara la sua pupilla. Perché sapete che cosa dimostra il successo di consensi di Mara a Napoli e dintorni?: che l'intuizione del Silvio nazionale era giusta, il pubblico vuole distrarsi e sognare, vuole belle immagini e sorrisi rassicuranti, e noi glieli diamo.


Non siamo per nulla sorpresi del successo di Mara, anzi ce lo aspettavamo. E' solo la conferma di ciò che fin da subito avevamo intuito: che la politica diventa sempre più uno spettacolo, una passerella di belle forme, il supermercato dell'apparenza. E poi certo, Silvio non è uno stolto e Mara nemmeno, entrambi non amano le brutte figure (non si addicono all'estetica) e sanno quindi che la celebrità richiede impegno. Dopotutto anche le modelle se vogliono rimanere sulla cresta dell'onda a lungo devono sottoporsi a impegni e sacrifici.
Ora Mara ha avuto la sua consacrazione dal basso, o almeno così andrà a dire. E vorrà spenderla per la sua carriera politica futura, con o senza Berlusconi. Non c'è nulla di nuovo, tutto era già prevedibile. Solo la Maria Agnese non se ne era accorta. Forse era troppo assorta a commentare le sue novelle di gossip televisivo. Ma anche lei si adatta ai nuovi tempi, e senza pudori né imbarazzi passa dai retroscena televisivi alle passerelle della politica. 
Il ministro, dopotutto, insegna.
Costanza Alpina  

martedì 30 marzo 2010

Lo "stupro" di Torino




Una buona fetta d'Italia ha votato, e anche questa volta il voto si presta a mille analisi e riflessioni. Personalmente il commento più amaro l'ha rilasciato Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL alla Camera: 

La vittoria di Torino è clamorosa. Politicamente parlando "uno stupro". La caduta della città dell'intellighenzia azionista e comunista segna definitivamente il cambio dell'egemonia culturale del Paese.
La regione di Gramsci, Gobetti e Bobbio è andata a un leghista. Certo, non che la Bresso potesse rivaleggiare con certi antenati conterranei, ma è certamente significativa l'ascesa in quella terra sobria e operosa dell'uomo del popolo, le cui prime parole da governatore sono contro gli immigrati che portano via il lavoro "alla nostra gente".
Può poi succedere, e ce lo auguriamo di cuore, che i leghisti governino meglio di quanto parlino. E allora alla fine ciò che fa più male tornano ad essere le parole di quel Cicchitto, quel tono di sprezzo e distanza da una tradizione di pensiero e di ideali che gli uomini della nuova "egemonia culturale" sentono avversaria, ostile, diversa. Forti della loro arroganza non si sognano di rendere umile tributo, pur nella differenza, a italiani di pensiero e coraggio che sono studiati e ammirati nel mondo per l'acutezza delle loro idee e il rigore  del loro agire. No, meglio additarli come poveri comunisti a cui contrapporre la nuova cultura del fare e dell'apparire.   Forse Cicchitto e gli altri non sanno che quell'espressione di cui vanno così fieri e che da anni ripetono senza attuare, la nuova "rivoluzione liberale", viene proprio da quel Gobetti torinese a cui contrappongono ora il nuovo Cota. E anche se lo sanno, cosa mai se ne fanno. Il nuovo mondo non ha bisogno di cultura né di ricordo. Basta il telecomando.
Costanza Alpina 





lunedì 29 marzo 2010

Donne e disponibilità

Si era lamentata della candidatura al consiglio regionale lombardo dell'igienista dentale di Berlusconi, nonché prosperosa e appariscente soubrette televisiva. Aveva lamentato l'assenza di meritocrazia nella scelta dei candidati, l'arbitrio delle candidature, la trascuratezza dei criteri di impegno e militanza prolungati nel tempo, la discriminazione femminile a favore di poche (superdotate?).
Aveva anche fatto sperare: finalmente qualcuno all'interno del partito dice le cose come stanno ed esprime malessere.
E poi cosa succede? Succede che la medesima Sara Giudice, 24 anni, militante PdL e consigliere di zona a Milano, si fa immortalare nel giorno delle elezioni a braccetto con Berlusconi, mentre esce dal seggio elettorale in cui ha votato e in cui la brunetta prestava servizio come rappresentante di lista.
Un atteggiamento di rilassatezza e confidenza che suggerisce la disponibilità a farsi accompagnare, a farsi notare come particolarmente vicina al gran capo, a farsi additare come un'eletta privilegiata. Al pari delle tante che il Premier ha condotto per mano tra i giardini delle sue ville e poi ha candidato, o almeno ha tentato. Un modo di fare e atteggiarsi che è l'esatto contrario della professionalità.
Il lupo, certo, perde il pelo ma non il vizio. Ma avrà vita facile finché troverà aspiranti prede. Forse allora la Giudice sarà la prossima candidata, ... e il suo iniziale lamento?
Solo una questione di rivalità tra cortigiane.
Costanza Alpina

domenica 21 marzo 2010

Taumaturgia biopolitica

Ho assistito via web ad alcuni momenti dell'odierna manifestazione elettorale del PDL a Roma. Sono stati solo alcuni attimi ma penso di aver colto quelli giusti. Quello ad esempio in cui Bossi spiega il motivo della sua amicizia e lealtà verso Berlusconi: perchè in Europa si è opposto alla pedofilia (momento non specificato ulteriromente.. il nesso infatti mi sfugge) e alla famiglia trasversale (forse quella degli altri? anche qui nebbia ... padana).
Ma poi una chicca è arrivata alla fine del comizio di Berlusconi. Il momento in cui il Cavaliere ha gridato alla folla riunita di votare per lui e i suoi perchè... vogliono sconfiggere il cancro, sì, un male che affligge migliaia di Italiani e che loro vogliono debellare.
E' stato un attimo, il tempo di una frase, probabilmente venuta a getto. La folla ha reagito tiepida, senza esultare, probabilmente perché sorpresa dalla grossa e pesante parola. Voleva essere una benigna promessa di felicità, ma poi forse l'oratore si è accorto che il pensiero era troppo tetro per una "festa di popolo",  e ha cambiato registro procedendo con il resto delle promesse. Forse ai più sarà passato inosservato, eppure a me suona strabiliante. 
La lotta al cancro vi sembra un provvedimento da programma elettorale? al pari di un consorzio agricolo o un progetto ferroviario o una privatizzazione? c'è qualcuno che è contrario? forse che Bersani e Vendola sono pro-metastasi?
Eppure non è solo una butade, o una battuta. Quella frase buttata lì probabilmente senza avvertire il ghost writer è sintomatica.
Perchè mostra che, se la biopolitica è il nuovo confine della politica moderna, Berlusconi vuole essere il taumaturgo, l'elargitore di miracoli, il guaritore delle anime. Sul corpo si è spostato il nuovo miracolo italiano, e anche lì il Cavaliere vuole essere il primo, il più amato. La promessa naturalmente è ridicola, soprattutto se poi i conti pubblici non prevedono aiuti alla ricerca medica e universitaria. Però per un attimo, per quanto fugace, fa brillare una speranza, una rassicurazione, l'umanità di un animo buono. Perché i più indifesi, o i più ignoranti, non dovrebbero credergli?
Costanza Alpina

mercoledì 10 marzo 2010

Libera informazione in libero Stato

Intervista nel giorno dell'8 marzo.
La Carfagna se le suona e se le canta.
E' tutto un susseguirsi di elogi e autoelogi, sorrisetti di finta modestia e frasi di retorico zelo. 
"Spero di non avere mai un rimorso", ero "secchiona" e lo sono rimasta, scrupolosa e attenta, mi piace fare le cose per bene, "Con me al governo le donne sono più forti", "Berlusconi scegliendomi ha mostrato coraggio", "Abbiamo fatto tanti, tantissimo", "Sono fiera di aver fatto questo e contenta di aver introdotto quest'altro", il mio papà di qua e il mio fratellino di là, e così via in una melassa celebrativa da rotocalco kitsch.
Quando poi non è lei a osare tanto, gliele canta la giornalista. Ma ministro com'è bella, e modesta per di più; lei è un jet che va per la sua strada, incurante degli sgambetti e pronta a immolarsi per il nostro bene, ma ci ricordi suvvia ancora una volta cosa ha fatto di tanto notevole per noi donne, e poi ci racconti di lei, della sua famigliola mulino bianco, di come era da bimba e di cosa è rimasto nel ministro di quella bimba cosicchè possiamo sentirci tutti ancora più rassicurati.
Domande più adatte a Vanity Fair e a Gente che a un quotidiano di informazione nazionale. E poi trattandosi di un Ministro di una Repubblica, e non di una starletta dell'ultimo reality, perchè non una domanda seria, vera, o magari scomoda: ad esempio perchè il Ministro delle Pari Opportunità tace quando la sua parte politica banalizza e volgarizza l'immagine della donna? perchè proprio lei ha taciuto quando Rosy Bindi è stata attaccatta pubblicamente dal primo ministro per la sua immagine estetica? cosa ne pensa delle ultime veline in lista? o com'è possibile che nella sua Campania, nella lista di cui lei è a capo, sia stato inserito all'ultimo momento e di nascosto un candidato non gradito (e di cui adesso dicono di voler respingere i voti... non è assurdo?).
Ah ma scusate. L'intervistarice era de Il Giornale.
Libera informazione in libero Stato.
Costanza Alpina 

sabato 6 marzo 2010

Cosa direbbe Carl Schmitt?

Pasticcio liste chiama, governo compatto risponde.
Cosa ci insegna questo decreto interpretativo?
In realtà niente, niente di nuovo almeno. Solo ci conferma che dopo più di duemila anni la storia si ripete, ed è sempre quella: ossia che la tensione tra potere politico e diritto, forza e legge è sempre lì, dietro l'angolo, pronta a scoppiare. A dirla così sembra una questione teorica piana e affascinante, che da lungo tempo interpella intellettuali e filosofi. Peccato solo che quando l'equilibrio tra le due istanze si rompe a favore della forza, allora le consequenze sono molto concrete, molto reali, e solitamente poco piacevoli. Basterebbe chiederlo agli abitanti dell'isola di Melo raccontati secoli fa dallo storico greco Tucidide -- se solo fossero sopravvissuti al massacro dei loro avversari più forti.
Il massacro in Italia non sarà probabilmente quello fisico delle guerra. Sarà quello soft, languido e molle del decoro e della decenza. Perchè da oggi abbiamo un modo in più per sapere che la legge è un po' meno uguale per tutti, le interpretazioni un po' più condiscendenti per i compari, e che il potere dei forti trova sempre buoni motivi (il diritto di voto, la rappresentanza democratica, l'equità...) per allargarsi.
Sarà un caso che negli ultimi tempi, anche in libreria, sembra tornato di moda Carl Schmitt?
Costanza Alpina

giovedì 4 marzo 2010

Italia oggi

Il più grande partito italiano, che detiene in mano le redini del comando nazionale, si dimostra incapace perfino di leggere i regolamenti e di presentare liste coi timbri a posto. Il premier grida al golpe, e intanto fa ostruzionismo al tribunale di Milano scegliendo accuratamente le date in cui stabilire il consiglio dei ministri. In senato si applaude agli arrestati, le inchieste su corruzione e favoritismi ormai nemmeno più si contano, la tv è imbavagliata per la campagna elettorale, tranne quando si confondono la prescrizione con l'assoluzione (vedi Mills e il TG1). La UE ci bacchetta per la nostra incapacità a gestire i rifiuti come si deve, il nostro bene più prezioso, cioè il paesaggio, è minacciato da abusivismo, inquinamento e incuria. Appena piove c'è il rischio di inondazioni o frane (vedi Messina). Balotelli, che potrebbe diventare, se fosse furbo, un modello positivo di integrazione, preferisce fare bisboccia con Corona, il peggio del nazionalpopolare. 
La notizia migliore della giornata è l'annuncio della rimozione di un "tumore gigantesco" dallo stomaco di un malato  mediante tecniche chirurgiche innovative che aprono nuove prospettive di intervento. Complimenti a quei medici di Milano e auguri per il degente.
Il resto è un misto di incubo e schifo.
Costanza Alpina

lunedì 22 febbraio 2010

Principe

Sembra non esserci tregua. Anche Sanremo lo dimostra. Gli italiani hanno bisogno di un principe. 
Si sentono lusingati dall'attenzione che dedica loro chi li prende in giro, rassicurati da chi li fa ridere e da chi rende la capacità di scherzare  -- scherzare anche con i simboli, con i cosiddetti valori -- il simbolo del suo personale successo. 
Il popolo italiano è un popolo repubblicano solo a parole. In realtà nel profondo nutre sentimenti autoritari che pervadono l'anarchismo edonista di cui va fiero (la proverbiale creatività italiana) e si condensano nel familismo che è il primo valore della Costituzione non scritta (l'Italia è un Paese fondato sulla famiglia).
Il popolo italiano è orfano di padri. Si consola con chi non si vergogna a elevare ad "altezze reali" il senso del ridicolo.
Costanza Alpina

venerdì 12 febbraio 2010

A scuola di sorprese

Rimaniamo convinti che Mara Carfagna sia il simbolo della nuova politica italiana: più che gradevole all'aspetto, a suo agio di fronte alle telecamere, impeccabile nello stile sartoriale, spigliata e semplice nella parlantina, devota al capo.
La politica italiana, tuttavia, scoppietta di sorprese. 
Era stata una sopresa Luxuria, transessuale dichiarato, quando era stata candidata al Parlamento.
Aveva suscitato scalpore e beceri entusiasmi quando, appena lasciato lo scranno parlamentare, aveva partecipato al reality più popolare d'Italia, vincendo addirittura la competizione di sopravvivenza. A conferma che la nuova regola della politica nostrana è la fluida interscambiabilità tra immagine televisiva e ruolo politico. 
La sorpresa si fa però doppia quando si viene a sapere che Luxuria sembra si stia incamminando su una insospettata via di Damasco: da un lato si fa ritrarre in visita ai santuari della Madonna, dall'altro esprime apprezzamento verso quelli che erano i suoi avversari a Montecitorio. Adesso dice addirittura di sperare nella "nuova destra liberale" che sta nascendo e si lancia in un pronostico che ha l'aria di un'offerta: se la Carfagna le chiedesse di collaborare, come tra l'altro è già successo, lo rifarebbe volentieri.
Intervistata ormai mesi fa alle Invasioni Barbariche la Carfagna dichiarò che un comunista sarebbe riuscito a convertirlo. La cronaca sembra darle ragione.
Prepariamoci dunque a sodalizi sorridenti tra la sinistra trasformista in nome del progresso e la destra popolar-edonista in nome dell'immagine.  
Visto? Lo dicevamo noi che la Carfagna fa scuola.
Costanza Alpina

sabato 23 gennaio 2010

Femmine evirate

Anche questo dovevamo sorbirci. La toccatina alle parti intime del bellone David Beckam data in diretta da una cosìchiamata inviata delle Iene. Per poi rincorrerlo facendo commenti poco lusinghieri sulla consistenza della toccatina medesima.
Non so spiegare quale sia la causa di tale avvilente volgarità. Forse la legge sguaiata dell'audience. Forse solo la stupidità di uno staff televisivo. O forse qualcosa di più, che si riflette sugli schermi e si propaga a macchia d'olio nelle teste e sulle lingue? ossai una idea perversa e distorta di emancipazione che porta all'autonegazione. Sì, se così si può dire, all'autoevirazione della femminilità. Non so. So solo che siamo cadute in basso.
Beckham in questo caso è stato corretto. Invece di stare al gioco se n'è andato senza nemmeno dire una parola. E il suo sguardo non era irritato, come ha commentato la cronista. Era allibito, disorientato. Era triste. Forse perchè a lui piacciono le donne vere (anche se sta con un manichino...ma sono dopotutto fatti suoi).
Se fossi in lui ricorrerei a qualsiasi cavillo e meandro di legge per denunciare la "toccatrice": che sia con l'imputazione di atti osceni in luogo pubblico, o sfregio indebito della dignità corporea e personale, o magari per stalking. In ogni caso non la farei passare. E così avremmo finalmente un maschione che darebbe una lezione di stile alle donne abbrutite dalla peggiore delle mascolinità.
Costanza Alpina

giovedì 21 gennaio 2010

Propaganda giudiziaria?

Berlusconi è un uomo di impresa, di efficienza, di lavoro. Forse non sa come funziona nei suoi particolari la macchina statale, tanto meno un tribunale. Però, in quanto uomo pragmatico, conosce certamente gli equilibri che devono intercorrere tra prestazione, organico, disponibilità, forza lavoro e risultato. Non è difficile dopo tutto: se si danno degli obiettivi che vogliano essere non fittizi, bisogna fornire anche le possibilità di realizzarli.
Altrimenti è propaganda.
E dunque. Va bene sveltire la macchina giudiziaria italiana, che è lenta fino all'indecenza e all'ingiustizia. Ma allora, è disposto Berlusconi ad aumentare gli organici, a mandare magistrati e funzionari là dove mancano (al Sud molte sedi sono già scoperte), ad aumentare i fondi e risolvere quelle carenze che spesso si traducono in mancanza di mezzi per comprare la carta di cancelleria o la carta igienica, figuriamoci il resto?
Sembra di no, purtroppo. E allora al danno si aggiunge la beffa, alla propaganda un'altra, ulteriore ingiustizia.
Costanza Alpina.

martedì 19 gennaio 2010

Destra

Eccolo lì, grassoccio, lucido, laccato e sorridente. A roteare la -r- quando dice con ostentata sicurezza: "Ma io sono di destrrrra! Non potrei mai essere di sinistra".
Eccolo lì l'uomo simbolo del mondo televisivo fatto di stelline e amici muscolosi, inetti a tutto se non a mostrarsi, a vedersi per una stagione di comparsate. Eccolo lì il re della bella vita sarda, Lele Mora, nel parterre della sfilata di uno chiccoso stilista italiano. A farsi riprendere compiaciuto mentre una delle sue creature gli si strofina contro e lo sbaciucchia maliarda con una bocca ripassata dal chirurgo.
E tutti lì a fotografarli, ad ammirarli, a chiedersi come mai la tipa ha cambiato taglio di capelli (avrà un nuovo fidanzato?) e se Lele Mora ha già scoperto il prossimo fenomeno di stagione.
Ma davvero, è tutto qui quello che è ci rimasto della destra?
Costanza Alpina
 

venerdì 8 gennaio 2010

Rosarno, banlieue all'italiana?

Nuovo anno, problemi vecchi.
E' di queste ore la notizia di una rivolta di extracomunitari a Rosarno, comune calabrese nella piana di Gioia Tauro.   A seguito dell'aggressione subita da alcuni di loro da persone non identificate, gli immigrati africani avrebbero reagito violentemente riversandosi in paese e facendo danni a auto, case, cassonnetti, qualche volta provocando anche ferite a persone. Una banlieue all'italiana?
Naturalmente i cittadini di Rosarno, come di ogni altra località italiana, meritano sicurezza e protezione.
E altrettanto naturalmente non vorremmo mai vedere scene di guerriglia urbana o rurale. I responsabili vanno assicurati alla giustizia, qualsiasi sia il loro misfatto e qualsiasi sia la loro provenienza. 
Al contempo però non vorremmo che adesso si aprisse l'ennesima polemica sull'inciviltà degli africani, la pericolosità degli immigrati, la barbarie dei "bingo bongo".
Barbara è piuttosto la situazione in cui quei poveracci sono stati costretti a vivere, accampati in condizioni subumane in fabbriche dismesse prive di tutto e costretti a turni e fatiche sovrumane per fare arrivare sulle nostre tavole gli agrumi e i frutti della terra.
Gli italiani, vuole la favola, sono un popolo accogliente e caritatevole. Ma siamo sicuri che sia vera benevolenza quella di chi accoglie indiscriminatamente per poi disciminare con accresciuta ingiustizia e indifferenza dopo?
Non so se quello di Rosarno sia un caso da "banlieue all'italiana". Francamente spero di no e spero che il caso rimanga isolato. Non credo proprio che tutti gli immigrati siano dei temibili criminali. So però che questo, come altri episodi incresciosi, sono il segnale di una politica dell'immigrazione vecchia, sbagliata, bacata. e corrotta. Una politica dell'immigrazione che non c'è.
Costanza Alpina