martedì 23 novembre 2010

Un clic su Amazon!


Caro amici,
oggi è, tutto sommato, un bel giorno:
Amazon, il gigante americano della vendita on-line e della spedizione globale, apre finalmente le porte all'Italia ... 

E quindi, vi chiederete voi?

E quindi: il nostro libretto Niente di personale contro Mara Carfagna. Brevi considerazioni su una soubrette diventata Ministro è da oggi più vicino, più raggiungibile, più a portata di clic!

E' infatti da subito disponibile su Amazon cliccando qui 
(non fatevi ingannare dalla info: Non attualmente disponibile. E' disponibilissimo, ma essendo un editore piccolo i tempi di consegna saranno un po' più lunghi...).

Se volete accorciarli potete rivolgervi direttamente all'editore Discanti 

Insomma, Natale si avvicina, la questione è quanto mai attuale (viste le liti in corso), e ora per giunta ... basta davvero un clic!
Costanza Alpina

sabato 20 novembre 2010

La "sceneggiata" Carfagna

Sono questi i giorni, le ore in cui si sta consumando la "sceneggiata Carfagna".


Al momento pare confermato: la ministra voterà la fiducia al suo governo a metà dicembre e poi girerà i tacchi per andarsene. Dal ministero, dal Parlamento e dal partito.
I motivi, dice, sono tanti: si è sentita lasciata sola, vede intorno a lei troppi nemici e troppi attacchi meschini e volgari, non si riconosce più nel suo partito, e nemmeno Berlusconi pare ormai difenderla. In effetti interpellato a Lisbona dai giornalisti, ammette che la cosa non lo fa troppo penare, e chiude con un gelido "con la signora Carfagna finiamola qui".
E dunque signora Carfagna, come la mettiamo?


Devo dire che tante cose non mi tornano. Agli attacchi volgari e meschini la bella Mara dovrebbe già essere abituata. Proprio lei è stata in un passato non troppo remoto una delle più bersagliate e la sua intera avventura politica è stata costellata da battute, sospetti e insinuazioni.
Ha sempre reagito con il dire: vado avanti. 
Come mai adesso è diverso? Adesso che, poi, gli attacchi non sono nemmeno personali, e quindi, forse, più subdoli e dolorosi, ma "solo" politici. E dico "solo" non in senso riduttivo, ma circoscrivente. Perché ora gli attacchi riguardano la sfera professionale dell'interessata, il suo lavoro, la politica appunto. Semplicemente ci sono altri del suo partito e del suo territorio che la pensano diversamente su certe questioni (rifiuti, alleanze, candidati, tutto praticamente). Non entro nel merito per dire chi ha ragione. Constato solo che c'è una contrapposizione di visioni, sensibilità, strategie, forse interessi. E che cos'è questo se non pura politica?

In tutti questi anni di pubblica visibilità la ministra aveva ripetuto più e più volte che la politica è la grande passione della sua vita (che Berlusconi le ha fatto scoprire). Al contempo appena un mese fa, in un'intervista a La7, aveva  riconosciuto che la politica, per lei, non è totalizzante, è importante ma non a tal punto da occupare tutti gli ambiti dell'esistenza e del proprio essere.
E dunque, cos'è cambiato ora?
Dichiarazioni sgradite, un paio di sgambetti da colleghi (e colleghe, leggi Alessandra Mussolini) di partito, qualche -no- da ingoiare e un premier troppo circondato da problemi e grattacapi da poterla difendere: basta tutto questo per incrinare la grande passione, per causare una arrabbiatura tale da diventare assolutizzante e far perdere la nota moderazione? Basta tutto questo per farle lasciare tutto?


La cose sono fluide, e possono ancora esserci colpi di scena. E' presto anche per fare bilanci.
Mi limito solo a due osservazioni a freddo. La prima è che, se davvero la Carfagna porterà a termine il suo intento, non mi stupirei se dal giorno dopo diventasse l'eroina della sinistra, un simbolo di moralità politica sostenuto dagli stessi che l'avevano demonizzata, la paladina della buone coscienze e della serietà intellettuale, un modello di purezza che tanto piace ai sognatori d'opposizione. Sarebbe il peggiore dei trasformismi, non tanto per lei, che saprebbe certamente destreggiarsi, ma per ciò che rimane di un'opposizione allo sbando.

La seconda considerazione è una constatazione. In pochi avremmo immaginato che uno dei più fedeli, coccolati e avvantaggiati "soldati" del PdL berlusconiano avrebbe dato le dimissioni così di fretta. Ma a ben vedere non c'è da stupirsi troppo. E' solo l'ultima, mediaticamente eclatante conferma che Mara Carfagna non è un politico. Certo, è stata eletta, le sono state attribuite responsabilità di alto livello, ha preso molte preferenze nelle ultime elezioni regionali, ci rappresenta all'ONU e siede al tavolo dei bottoni del Paese.
Ma non è un politico.
Perché lei la politica l'ha conosciuta solo dall'alto, con un protettore potente, anzi onnipotente all'interno del suo partito, che l'ha scelta, voluta, posizionata; con consiglieri avveduti (Bocchino in primis) che le hanno aperto le strade e pianificato le strategie; con il luccicchio di un'autorità che le è stata regalata dall'oggi al domani, senza un perché.


La politica, Mara Carfagna, fin'ora l'ha conosciuta nel suo lato più appetibile: fatto di visibilità, rituali, etichette, potere.


Un potere tutto suo, in cui lei era la pupilla del capo e gli altri degli altri qualsiasi, lei era il Ministro e gli altri degli interlocutori, dei sottoposti, dei normali eletti o elettori, lei era quella che decideva e gli altri quelli che seguivano o si adattavano.


Forse questa è stata la prima, vera questione politica che è stata chiamata ad affrontare. Con nemici veri e tosti, su questioni di grande rilievo in cui si toccano interessi grossi (i rifiuti in Campania, avete presente?).


E lei cosa fa? Si dimette perché le sue richieste non sono state accolte.
Noi glielo avevamo già garbatamente suggerito nel nostro libretto quanto mai attuale: questa è la politica, bellezza.
Ora ci permettiamo ricordarglielo con una sfumatura diversa, perché nel frattempo anche noi, un pochino, a Mara ci siamo affezionati: benvenuta, bellezza, nel mondo fuori dal set.
Costanza Alpina