venerdì 29 maggio 2009

Risposta alla Carfagna

Oggi 29 maggio 2009 Mara Carfagna pubblica una lettera sul "Corriere" a difesa di Berlusconi e già che c'è anche del proprio operato. La autorizzerebbe, a suo dire, il fatto di essere stata sottoposta allo stesso linciaggio mediatico che ora colpisce il Premier.
L'intervento è così privo di logica seria che lascia imbarazzati e allibiti. Non saprei da dove cominciare. Ci sarebbe da scrivere un altro pamphlet solo per ribattere punto per punto alle affermazioni e alle domande retoriche della ministra. Mi limito a rilevare alcuni punti:

1) l'intervento di MC è gratuito, nessuno l'ha chiesto nè sollecitato. Perchè dunque ci tiene a ergersi a così solerte difesa di Berlusconi? Forse perchè è una dei tanti, e tante, che sente che la sua posizione di potere traballa appena dovesse traballare Berlusconi? Nel suo caso soprattutto fa bene ad avvertire il pericolo.

2) La ministra denuncia (ma perchè aspetta solo adesso?) il livello di immoralità, impreparazione e indecenza della classe politica e soprattutto parlamentare. A parte il fatto che proseguire gli errori del passato non discolpa dagli sbagli del presente e non esime dalla scelta doverosa di potere cambiare rotta; ma soprattutto la ministra dimentica che proprio la sua parte politica pullula -- oltre che di persone dello spettacolo -- anche di persone che con la giustizia hanno (ancora in corso) non pochi problemi. Cominciamo a far pulizia da lì?

3) La ministra fa confusione. Non è che a un delinquentello (come bolla il fidanzato della Noemi) si dà più credito che a un ministro. E' che a sollevare quanto meno perplessità (queste almeno ci sono concesse?) su certi atteggiamenti di Berlusconi sono non una ma varie testimonianze, episodi ripetuti, licenziosità e battute francamente risparmiabili, ma soprattutto voci, voci plurime, voci contrastanti, insinuazioni che ancora non sono state spazzate via. E il fatto proprio che ancora non siano state spazzate via con un gesto pulito e convincente contribuisce ad alimentarle. Un uomo intelligente e esperto di comunicazione come Berlusconi non dovrebbe far difficoltà a capirlo. E allora perchè non dissipa le voci una volta per tutte? Siamo nella più ben disposta delle attese.

4) La ministra dice che per giudicare un uomo (donna) politico conta solo l'operato. "Il resto, scrive, sono affari suoi, almeno in un Paese normale". Qui la nostra paladina dimostra due cose: a) totale incultura nel campo della teoria politica, dove si distingue tra persona e istituzione, personalità e ruolo, una distinzione che supera di gran lunga quella cui lei si appella tra pubblico e privato (due sfere, queste ultime, che comunque Berlusconi ha contribuito a mescolare, e adesso il tutto sembra ritorcersi contro di lui) ; b) una percezione distorta di ciò che è "un Paese normale". A cosa pensa? Forse all'America, rinnovato esempio di libertà e liberalità, dove la vita degli uomini pubblici viene passata a raggi X e dove si salta per molto meno (ad esempio per i contributi non pagati alla colf)?

5) La ministra invita gli pseudo-intellettuali a smettere di fare i criticoni snob e scendere dalle "cattedre di cartapesta" per sporcarsi le mani con i prolemi reali e dare una mano. Traspare dalla sue parole quel solito disprezzo per la cultura che ormai è diventato un segno distintivo di gran parte della nuova destra, e dilagante anche in società. Ma soprattutto ci viene da rispondere: gli intellettuali, o pseudo tali, sarebbero anche lieti e disposti a scendere in campo, se solo il campo non fosse già troppo affollato da attricette e veline sculettanti che sgomitano per un posto in prima fila.

6) E infine. Non se la prenda troppo la Carfagna se dopo tutto il suo gran lavoro non si sente amata, apprezzata, rispettata come vorrebbe. In ogni campo, ma soprattutto in politica, c'è una parte di autorevolezza che non dipende solo dal fare ma anche dall'essere. E l'essere si vede nella sua globalità, nei modi con cui si lega il prima al dopo, dai toni che si scelgono, da ciò che sfugge al controllo meticoloso e impostato con cui si costruisce la propria immagine e si decide di mostrarsi agli altri, e che proprio perchè sfugge lascia intravedere ciò che nemmeno i consiglieri più indottrinati e l'ufficio stampa più fidato possono oscurare.
Costanza Alpina

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