sabato 5 marzo 2011

Scuola

Una delle (tante) ultime uscite di Berlusconi che ha creato polemica e scontento è stata quella sulla scuola pubblica. Chissà poi alla fine quali sono state le sue parole vere. Meno dubbio è che questo governo certo strizza l'occhio volentieri alla scuola privata, o paritaria che dir si voglia, e non disdegna qualche aiutino.La questione è complicata, ma proprio per questo mi hanno colpito le parole di Nichi Vendola all'indomani dell'uscita del premier. Il Paese, sostiene il governatore Pugliese, deve investire nella scuola «perché è il cuore della crescita economica». e poi rivolgendosi a Berlusconi aggiunge: «Capisco che lei sente inimicizia verso la scuola pubblica perché è stata la crisi della scuola pubblica nel quindicennio delle sue televisioni a creare un'egemonia culturale che serve a questa classe dirigente ad avere una generazione narcotizzata dal trash e dalla pornografia». 
Ora, è probabilmente tutto vero. Ma non facciamo gli struzzi: perché mi scusi, caro Vendola, la sinistra dov'era in quei 15 anni ? Non è forse stata anche lei qualche volta al governo? E cos'ha fatto di concreto per ridare dignità alla scuola pubblica? Non sa forse che dell'incuranza, financo del declassamento della scuola e dell'università pubblica italiana hanno una parte di responsabilità anche i vari ministri targati a sinistra, dalla Jervolino a Mussi, passando poi per la pessima riforma di Berlinguer? 
Su una cosa Berlusconi almeno ha ragione: per qualificare la scuola e il suo ruolo nella società non bassa assumere persone in massa o dare una laurea senza meriti.

Costanza Alpina

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