martedì 15 febbraio 2011

Era il 2008...

A maggior ragione ora che Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio anche per prostituzione minorile, si fa tanto parlare di donne, corpo, e politica. Siamo nel 2011. Eppure già tre anni fa, nel 2008, si scriveva così: 
L'eclatante nomina [di Mara Carfagna a Ministro], più che essere un segno dell’avanzata delle donne nella società e nei ruoli che contano, dell’accrescimento della loro presenza e autorevolezza e del potenziamento della loro consapevolezza anche politica, si dimostri una prova della progressiva conversione della politica in spettacolo mediatico. O se vogliamo essere ancora più eloquenti: della decadenza della politica a fenomeno di spettacolo, a sistema di spettacolarizzazione coatta. Stesse logiche, stesse regole, stesse priorità.
[...]
La sua storia, dagli esordi alla gloria del momento, e proprio nel suo svolgersi mediante un passaggio a mondi ed esperienze diversi da quelle di origine, cioè dallo spettacolo alla politica, corporeizza la concezione che questo governo ha della donna. 



[...]
E' quantomeno sintomatico che una ex show girl venga nominata gerente italico dell’alto valore della parità. L’atto in sé, senza riferimenti alle competenze che Mara certamente sarà in grado di dimostrare, denota con chiarezza, anche se sottile, quale impari concezione della donna sia dominante in quella parte politica. La quale battezza a garante del principio dell’equità tra generi una donna che nel suo genere aveva raggiunto l’apice del successo: è la celebrazione della donna tutta corpo e curve, della donna regina dell’esibizione e del divertissement leggero, subalterna e dipendente, se non altro dall’immagine meticolosamente confezionata per vellicare l’orgoglio macho dell’uomo spettatore. Ecco perché sulla seggiola delle Pari Opportunità la bella Mara si trova perfettamente nel suo elemento. Dopotutto non ha avuto proprio lei l’opportunità di mettersi alla pari con il genere maschile? Naturalmente, ça va sans dire, in misura proporzionale alle indiscutibili diseguaglianze di genere. Un simile talento va additato ad esempio. E dunque via, reverenza al Ministro.
Evviva evviva, ripetiamo in coro, a ciascuno il suo.
Per il bene di tutti.
Soprattutto degli uomini.
[...]

La nomina di Mara Carfagna a Ministro della Pari Opportunità è come una vittoria di Pirro delle donne italiane: fittizia, inconsistente, addirittura controproducente. Certamente simbolica, ma di un simbolismo rovesciato. È come un contentino elargito con tenerezza, non lo si mette in dubbio, ma in fondo anche con una buona dose di compassione e ben nutrito autocompiacimento. Significa nominare una donna per omaggiare il maschilismo.



Costanza Alpina

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