giovedì 10 dicembre 2009

Lirici insulti

Oggi mi pare di vivere in un incubo. Un incubo depressivo da cui non c'è risveglio.
E' un susseguirsi di notizie tra il pauroso e l'imbarazzante: lo show di Berlusconi a Bonn davanti ai parlamentari popolari, con una Merkel che non sa da che parte guardare (e chissà cosa pensare), e allora semplicemente volta il capo e lascia l'ospite sproloquiare; la preoccupazione di Napolitano e l'imbarazzo in mondovisione; un viceministro leghista che se la prende con "l'ultimo professorino" che fa la paternale ai milanesi, Saviano; gli sproloqui tatuati di Fabrizio Corona; e via discorrendo. Se poi ci si volesse consolare con la cultura, rimarremmo scottati.
Nel Paese della bellezza si è aperta l'era della velinizzazione della lirica e lo sdoganamento dell'insulto come pratica relazionale d'eccellenza.
L'antefatto: il Maestro Zeffirelli è in rotta di collisione con la cantante Daniela Dessì, che non vede adatta per il ruolo di Violetta, in quanto "ben piazzata". Lui vorrebbe qualcuna più giovane, più atletica e ribelle. Più vicina alla "sua" idea di Violetta.
Legittimo. Però tutto sommato la lirica vive da secoli di interpreti "ben piazzate", e la vastità vocale non sarà anche questione di polmoni? A quanto pare il Maestro pensa che anche l'opera sia da modernizzare  mediante il ricorso a canoni estetici più vicini a quelli diventati abituali e di massa: quelli dettati dalla televisione.
Con i tempi che corrono fra poco sul palconscenico a fare "Traviata" potremmo metterci un Ministro con pedegree da Miss, tanto l'improvvisazione sembra essere ormai diventata la legge del successo. 
Ma la ciliegina sulla torta è stato lo sbotto di insulti che il Maestro Zeffirelli ha rivolto a una giornalista quando i riferimenti si sono fatto politici: dalle prostitute che vivono nella musica a quelle che frequentano i palazzi.
Lì il regista non ci ha più visto, ha difeso l'onore e il valore del suo amico Berlusconi e ha intimato alla giornalista di lasciare la sala, decorando il tutto con una sequela di maleparole.
Non entriamo nel merito della credibilità e onorabilità di Silvio Berlusconi, a cui Zeffirelli tiene tanto quanto invece sbeffeggia le miserie di Marrazzo. L'amicizia con il potente è pur sempre un dono prezioso.
Ci permettiamo però di stupirci e ricrederci. Pensavamo che Zeffirelli fosse un Maestro. E' soltanto un gran villano.
Costanza Alpina

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