mercoledì 26 novembre 2008

Niente di personale

Era il pomeriggio di una giornata di maggio.

Radiosa, luminosa, leggera.
La notizia giunse improvvisa, poco dopo le 17.
Insediamento del quarto governo Berlusconi.
Assegnazione dei ruoli e giuramento dei Ministri.
Mara Carfagna Ministro.
In posa. Radiosa, luminosa, leggera.
E l’umore si rannuvolò.
Com’era possibile?
Come poteva succedere che una giovane donna ascendesse a una delle più alte cariche politiche di un Paese democratico e repubblicano, quando fino a due anni prima animava i balletti dei programmi televisivi di intrattenimento e si era fatta conoscere per nient’altro se non alcuni scatti osé?
Confesso che non la presi bene. Lo trovai assurdo, indecoroso, ridicolo.
Ci dormii su. Ma il giorno dopo la Ministra era ancora là.
Era davvero possibile.

Ritornai ai miei lavori ma il pensiero mi punzecchiava, mi ronzava intorno.
Sentì una voce amica che mi suggerì di provare a mettere quei pensieri su carta, tanto per non tenermeli tutti ingolfati dentro.
Pensai: la solita terapia dei grafomani. Ma intanto provai.
Presi metaforicamente una penna (che al giorno d’oggi vuol dire aprire un file di word) e cominciai a scrivere.
Un tasto dopo l’altro le parole di srotolavano, i pensieri rimbalzavano, notai che gli spunti si moltiplicavano. Cominciai anche a prenderci gusto.
Il giorno dopo ricominciai da dove ero arrivata e così il giorno dopo ancora, e ancora e ancora. Fino a che mi ritrovai tra le mani un piccolo libretto.
Chi l’avrebbe mai detto.

Andai dalla mia voce amica e chiesi se lo voleva leggere. Accettò e le piacque.
Era già un buon segno.
Poi ripresi il mio cammino di studio e lavoro, il libretto riposò.
Finché l’eco arrivò in Romagna, dove il libretto trovò un editore. Discanti.
Il libretto adesso è un libro vero. Uscirà a breve, proprio in coincidenza con il compleanno della nostra Ministra (18 dicembre).
Si chiamerà:

Niente di personale contro Mara Carfagna.
Brevi considerazioni su una soubrette diventata Ministro
.


Non tema la nostra Mara. Non ci sono pettegolezzi né false insinuazioni. Né tantomeno illazioni e insulti. Solo riflessioni a voce alta su un evento che rimane scandaloso, nonostante sia vestito del suo bel sorriso.
Sulle sue possibili cause e le sue probabili conseguenze. Sul significato di una simile investitura ministeriale nell’Italia di oggi, lasciata in pasto alla legge dell’audience, all’incoltura della prepotenza e al cinismo dei dilettanti.
Sono considerazioni a voce alta che mi propongo di condividere con coloro che, come me, desiderano e sperano che un’altra politica sia possibile, e con essa anche un altro modello di femminilità.
Costanza