Si era lamentata della candidatura al consiglio regionale lombardo dell'igienista dentale di Berlusconi, nonché prosperosa e appariscente soubrette televisiva. Aveva lamentato l'assenza di meritocrazia nella scelta dei candidati, l'arbitrio delle candidature, la trascuratezza dei criteri di impegno e militanza prolungati nel tempo, la discriminazione femminile a favore di poche (superdotate?).
Aveva anche fatto sperare: finalmente qualcuno all'interno del partito dice le cose come stanno ed esprime malessere.
E poi cosa succede? Succede che la medesima Sara Giudice, 24 anni, militante PdL e consigliere di zona a Milano, si fa immortalare nel giorno delle elezioni a braccetto con Berlusconi, mentre esce dal seggio elettorale in cui ha votato e in cui la brunetta prestava servizio come rappresentante di lista.
Un atteggiamento di rilassatezza e confidenza che suggerisce la disponibilità a farsi accompagnare, a farsi notare come particolarmente vicina al gran capo, a farsi additare come un'eletta privilegiata. Al pari delle tante che il Premier ha condotto per mano tra i giardini delle sue ville e poi ha candidato, o almeno ha tentato. Un modo di fare e atteggiarsi che è l'esatto contrario della professionalità.
Il lupo, certo, perde il pelo ma non il vizio. Ma avrà vita facile finché troverà aspiranti prede. Forse allora la Giudice sarà la prossima candidata, ... e il suo iniziale lamento?
Solo una questione di rivalità tra cortigiane.
Costanza Alpina
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