Convulse sono le ore della politica italiana in questi giorni. E tristi, visto che questo Paese sembra affidarsi sempre più ciecamente nelle mani di uno solo e pezzo per pezzo perde quella che dovrebbe essere la forza d'opposizione. Tra tutto però c'è una cosa che stupisce. Che Waler Veltroni, nel momento della sconfitta e del congedo, dica: "scusate, ho sbagliato. é (anche) colpa mia. Mi assumo la responsabilità dei miei fallimenti".
Sono poche parole, semplici ma difficilissime da pronunciare. Parole a cui non siamo più abituati, visto che nessuno sembra più poter sbagliare e tutti, soprattutto i politici, sono sempre impegnati a rivendicare le proprie ragioni, a gridare di avere (avuto) comunque ragione, a sostenere di essere stati fraintesi, equivocati, imbrogliati.
Anche per questo motivo il congedo di Veltroni dovrebbe indurre ancor più a riflettere.
Si può essere d'accordo o no, ma con quelle poche e, crediamo, sincere parole l'ormai ex segretario del PD dà una lezione di stile, di umiltà. Di coraggio.
Buona fortuna signor Veltroni.
Costanza
Sono poche parole, semplici ma difficilissime da pronunciare. Parole a cui non siamo più abituati, visto che nessuno sembra più poter sbagliare e tutti, soprattutto i politici, sono sempre impegnati a rivendicare le proprie ragioni, a gridare di avere (avuto) comunque ragione, a sostenere di essere stati fraintesi, equivocati, imbrogliati.
Anche per questo motivo il congedo di Veltroni dovrebbe indurre ancor più a riflettere.
Si può essere d'accordo o no, ma con quelle poche e, crediamo, sincere parole l'ormai ex segretario del PD dà una lezione di stile, di umiltà. Di coraggio.
Buona fortuna signor Veltroni.
Costanza
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