giovedì 12 novembre 2009

Professionalità

In queste settimane ne sono successe di ogni in Italia. Ma era tutto talmente triste che il tacere ci è sembrato un regalo prima di tutto al rispetto di noi stessi.
Il riavvio alla parola me lo fornisce la ricorrenza del 9 novembre, in cui è stato festeggiato il ventennale della caduta del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda. La cancelliera tedesca Angela Merkel è stata impegnatissima in quel giorno, tra riti religiosi e civili, incontri tra potenti e manifestazioni, occasioni di festa e momenti di riflessione. Uno di questi è stato l'incontro con una comunità di scienziati e studiosi che ha deciso di celebrare l'evento con un convegno sui tanti "muri" che rimangono da abbattere e che la scienza e la tecnologia cercano di far cadere. Muri nella medicina, nella sanità, nella malnutrizione, nelle malattie, nella ricerca chimica e fisica, nell'inquinamento e così via. La Merkel è stata invitata non solo come capo di governo, non solo come ex cittadina della DDR, ma anche come ex scienziata: la caduta del Muro la sorprese che era una ricercatrice di fisica in un centro ricerche di Berlino, e da allora la sua vita cambiò.
Il suo discorso è stato sobrio e toccante, come lei sa essere. Il messaggio? Che gli scienziati e gli studiosi, con il loro rigore di pensiero, la loro disciplina, le loro conoscenze e il loro costante confronto con il nuovo, l'inesplorato e con nuovi modi di pensare devono essere modello e stimolo per i politici, cosicchè si posa creare una sinergia proficua per perpetuare e garantire lo sviluppo dell'Europa e dell'umanità.
Però. Mentre lei parlava ho pensato: la Germania ha come guida politica una studiosa.
L'Italia un guru della televisione.
Sarà anche per questo che l'Italia continua a tagliare i finanziamenti alla ricerca, mentre la Germania, da sempre prodiga di aiuti, negli ultimi tempi ha avviato una prodigiosa politica di investimenti, sovvenzioni e aiuti dell'ordine di milioni e milioni di euro?
Costanza Alpina

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