Io sono rimasta di stucco.
Il presidente USA in carica da meno di un anno ha ricevuto il Nobel per la pace.
Premetto che ho molta simpatia e ammirazione per Barack Obama, e per sua moglie pure. Sono probabilmente la famiglia più bella della politica mondiale. Le sue parole sanno essere semplici e incisive, e spesso anche giuste. Il suo modo di fare politica è improntato a pragmatismo e misura, e non conosce le cinghie dell'ideologia. La sua elezione è già di per sè una conquista di civiltà e con essa ha portato al potere in America una nuova volontà di dialogo e uno slancio di fiducia. La semplicità dei modi e il suo sorriso sono poi l'anticamera di una determinazione ben calcolata.
E però. Il premio Nobel è un'altra cosa.
Di fatto Obama non ha ancora portato a risoluzione niente. Dopo nove mesi d'altronde era difficile.
So che a molti non piacerà, ma secondo me la scelta dei giurati di Oslo è sbagliata. E sbagliata se non nel merito, almeno nei tempi. C'era tempo per dare un premio a Obama che fosse meritato, supportato dai risultati e non solo dai buoni propositi. Senza contare che un presidente in carica ancora per almeno tre anni non ha bisogno della visibilità che un simile riconoscimento dà, al contrario ci sono persone e istituzioni nel mondo impegnate da anni su vari fronti che si scontrano con carenze di mezzi e difficoltà a farsi ascoltare.
Una volta presa la decisione, mi chiedo se il presedente non avrebbe fatto meglio a rifiutarlo. Certo, rifiutare i premi non è mai bello, ma a volte si può capire. Si poteva capire se avesse detto che non si riteneva pronto. L'impatto sarebbe stato fortissimo, ma si sarebbe data a tutti, detrattori e sostenitori, un'ulteriore lezione di modestia e forza morale. Perchè a volte ci va più coraggio a dire di no che ad adeguarsi. Adeguarsi anche a un Nobel.
Invece così, questo premio così ambito e prestigioso, rischia o di legargli le mani come politico o di costringerlo a contraddirlo e invalidarlo nel titolo. Nell'un caso come nell'altro sarebbe un insuccesso.
Buona fortuna Mr. Obama. Prima ne aveva bisogno, ora ancora di più.
Costanza Alpina
Il presidente USA in carica da meno di un anno ha ricevuto il Nobel per la pace.
Premetto che ho molta simpatia e ammirazione per Barack Obama, e per sua moglie pure. Sono probabilmente la famiglia più bella della politica mondiale. Le sue parole sanno essere semplici e incisive, e spesso anche giuste. Il suo modo di fare politica è improntato a pragmatismo e misura, e non conosce le cinghie dell'ideologia. La sua elezione è già di per sè una conquista di civiltà e con essa ha portato al potere in America una nuova volontà di dialogo e uno slancio di fiducia. La semplicità dei modi e il suo sorriso sono poi l'anticamera di una determinazione ben calcolata.
E però. Il premio Nobel è un'altra cosa.
Di fatto Obama non ha ancora portato a risoluzione niente. Dopo nove mesi d'altronde era difficile.
So che a molti non piacerà, ma secondo me la scelta dei giurati di Oslo è sbagliata. E sbagliata se non nel merito, almeno nei tempi. C'era tempo per dare un premio a Obama che fosse meritato, supportato dai risultati e non solo dai buoni propositi. Senza contare che un presidente in carica ancora per almeno tre anni non ha bisogno della visibilità che un simile riconoscimento dà, al contrario ci sono persone e istituzioni nel mondo impegnate da anni su vari fronti che si scontrano con carenze di mezzi e difficoltà a farsi ascoltare.
Una volta presa la decisione, mi chiedo se il presedente non avrebbe fatto meglio a rifiutarlo. Certo, rifiutare i premi non è mai bello, ma a volte si può capire. Si poteva capire se avesse detto che non si riteneva pronto. L'impatto sarebbe stato fortissimo, ma si sarebbe data a tutti, detrattori e sostenitori, un'ulteriore lezione di modestia e forza morale. Perchè a volte ci va più coraggio a dire di no che ad adeguarsi. Adeguarsi anche a un Nobel.
Invece così, questo premio così ambito e prestigioso, rischia o di legargli le mani come politico o di costringerlo a contraddirlo e invalidarlo nel titolo. Nell'un caso come nell'altro sarebbe un insuccesso.
Buona fortuna Mr. Obama. Prima ne aveva bisogno, ora ancora di più.
Costanza Alpina
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